C’è spesso confusione tra questi due concetti, nonostante la differenza sia molto importante dal punto di vista ecologico.

Biodegradabile è tutto ciò che si decompone in composti chimici semplici tramite l’azione di agenti naturali come luce solare, umidità e batteri.
Quasi tutti i materiali esistenti sono biodegradabili, la differenza la fa il “quanto tempo” ci vuole affinchè avvenga la degradazione.
Un sacchetto di plastica tradizionale impiega anni per disgregarsi, mentre una buccia di banana se la cava in pochi giorni.
Compostabile è il materiale che può essere oggetto di un processo di compostaggio, quindi produrre terriccio fertile. Banalmente, in Italia, è quel materiale che “può essere buttato nell’umido“.

La differenza la fa il “fine vita”. La plastica tradizionale e quella biodegradabile viene riciclata o conferita in discarica o bruciata in un termovalorizzatore.
La plastica compostabile invece può essere disgregata in poco tempo e produrre terreno fertile.
Una corretta separazione dei rifiuti è importante: in Italia sono raccolti ogni anno oltre 4 milioni di tonnellate di rifiuti organici che producono 2 milioni di tonnellate di terreno fertile.

Dal punto di vista del “fine vita”, la semplice biodegradabilità, non serve a niente: gettare una forchetta in plastica biodegradabile nell’umido domestico è un grosso errore.

In Italia è obbligatorio usare plastica compostabile per alcuni tipi di sacchetti, come quelli della spesa, ma le aziende stanno studiando altre applicazioni come l’imballaggio dei giornali, i copriabiti nel settore moda e così via.
La compostabilità è espressamente indicata o da una dicitura o da una certificazione. Nel dubbio, se non c’è nessuna indicazione, non è compostabile.

In Piduemme possiamo proporre i nostri sacchetti e le nostre bobine sia in materiale tradizionale, sia compostabile che da fonti rinnovabili.
Contattateci via mail ( [email protected] ) o via telefono ( 039 570151 ), studieremo insieme a voi la soluzione migliore.